‘’Klimt – La Secessione e l’Italia’’ in mostra a Palazzo Braschi, Roma

“Chi sa vedere le cose belle è perché ha la bellezza dentro di sé”
Con questa sua citazione, si apre la nuova esposizione dedicata al grande artista viennese Gustav Klimt.
Dal 27 ottobre 2021 fino al 27 marzo 2022, infatti, è possibile visitare la mostra presso il raffinato Palazzo Braschi, affacciato sulla splendida Piazza Navona.
Tra i filmati storici della Vienna di inizio Novecento, con sottofondo musicale la ‘’Quarta Sinfonia’’ di Gustav Mahler, si innescano i due i fili conduttori della mostra: il primo riguarda la cosiddetta ‘’Secessione’’, il gruppo artistico fondato da Klimt insieme ad altri artisti viennesi alla fine dell’Ottocento, che guardavano ad un vero e proprio distacco dal pensiero accademico dell’epoca; l’altro, è il rapporto con l’Italia, e di come questa abbia influenzato l’arte di Klimt, dei suoi amici e compagni d’arte, attraverso la paesaggistica.
Sono più di duecento le opere contenute in questa esposizione, un vero e proprio percorso che fa comprendere al meglio l’evoluzione artistica non solo di Klimt, ma di tutto il suo gruppo, come gli artisti Josef Hoffmann, Carl Moll, Koloman Moser, Johann Viktor Kramer e altri, tra bozzetti, dipinti, sculture e oggetti di design che rappresentano tutta la loro eterogeneità. I secessionisti, infatti, non seguivano una precisa corrente artistica, ma erano uniti dallo stesso obbiettivo: quello di elaborare un’Opera d’Arte Totale che riuscisse ad unire tutte le forme d’arte possibili, affrancandosi dalla tradizione.
All’appello sono presenti alcuni tra i più iconici dei lavori di Klimt, come Giuditta I, realizzata nel 1901, che rappresenta il punto d’inizio del periodo aureo dell’artista, caratterizzato dall’uso massiccio dell’oro.
Il primo “Ritratto di Signora’’ del 1894, in cui rivela una tecnica pittorica fotorealistica fuori dal comune, ma che abbandonerà a poco a poco, come rivelano i ritratti femminili successivi, tutti diversi tra loro e dai tratti via via sempre più sfumati, a sottolineare la voglia di sperimentazione dell’artista.
Di grande impatto a livello sensoriale, è sicuramente l’allestimento della copia del ‘’Fregio di Beethoven’’, omaggio di Klimt al compositore tedesco Ludwig van Beethoven, una vera e propria interpretazione visiva della Nona Sinfonia: si tratta di un fregio murale di 34 metri, composto da grandi vuoti e colori sfavillanti, con personaggi ora eterei e bellissimi, ora grotteschi e spaventosi, che culmina e si conclude con il ‘’bacio a tutto il mondo’’ rappresentato dal tenero abbraccio di due amanti. Una grande e meravigliosa allegoria accompagnata dalla stessa sinfonia da cui è tratta.
In questa esposizione, per la prima volta in assoluto, vengono presentati al grande pubblico tre dipinti perduti, di cui i posteri hanno ereditato solo fotografie in bianco e nero, ma che grazie alla collaborazione di Google Arts and Culture Labs team – una piattaforma di Google dedicata alle belle arti- e il Belvedere di Vienna, sotto la guida del dott. Franz Smola, curatore della mostra, sono tornati in vita e in tutto il loro splendore. Si tratta dei tre Quadri delle Facoltà- La Medicina, La Filosofia e La Giurisprudenza, realizzati tra il 1899 e il 1907 e commissiomate dall’Università di Vienna. In queste tre opere, Klimt trattò il tema dell’erotismo e della sessualità in una maniera mai vista prima, tant’è che dovette ritirare i suoi lavori per lo scandalo che provocarono. I quadri furono distrutti in un incendio verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, ma grazie ad un programma di intelligenza artificiale che ha analizzato le fotografie in bianco e nero rimaste, il team di Google è riuscito a ricostruirne i colori originali.
- La Giurisprudenza
- La Medicina
- La Filosofia
Tra le ultime opere in esposizione, vi è ‘’La sposa’’, dipinto incompiuto a causa della morte dell’autore, ma che rappresenta al meglio la sua ultima fase creativa: colori vivaci, erotismo e sensualità caratterizzano l’opera, incompleta su alcuni punti, ma che rendono le voglie e i desideri della sposa addormentata, raffigurata al centro, più vividi che mai.
In ultimo, ma non meno importante, viene presentato il curioso caso di un dipinto di Klimt, ritrovato dopo ben ventitré anni, in una maniera alquanto misteriosa: si tratta di Nel 1998, poi, il quadro venne rubato, le indagini non chiarirono mai gli eventi, ma non mancarono mitomani, falsi informatori e sedicenti medium ad ingarbugliare la situazione. Solo nel 2019, durante dei lavori nel giardino della stessa galleria dove fu trafugato, all’interno di un piccolo vano nel muro, senza serratura, fu ritrovato il dipinto in un sacchetto di plastica. Una storia curiosa per un’opera già dal passato curioso.
Flaminia D’Arpino