La Parigi di Robert Doinseau: la Ville Lumiere a Roma.

Dal 28 maggio al 4 settembre 2022 il maestoso Museo dell’Ara Pacis, da sempre luogo d’eccellenza per le mostre fotografiche a Roma ̶ forse perché i rilievi del monumento augusteo, al piano superiore, somigliano ad un primo tentativo di catturare una scena, come in una fotografia ̶ ospita 130 stampe provenienti dall’Atelier Doisneau a Montrouge, studio in cui, non solo il fotografo teneva le sue opere, ma anche il luogo in cui si è spento, nel 1994.

Le baiser de l’Hôtel de Ville, Paris 1950 (fonte:arapacis.it)
Infatti, dopo un corridoio che introduce gli avvenimenti più importanti della vita di Doisenau e uno scatto/ritratto realizzato da Henri Cartier-Bresson, la mostra è sviluppata in maniera “circolare”, non ha un inizio e una fine, ogni sezione è articolata in base al tema delle foto, tra le quali si passeggia con, in sottofondo, della deliziosa musica francese.

L’Information scolaire, Paris 1956 (fonte:arapacis.it)
L’esposizione mette in luce una retrospettiva molto completa sul fotografo, con il tentativo di andare oltre il romantico ed estremamente famoso Bacio all’Hotel de Ville, ed ha il valore aggiunto di cogliere gli aspetti più variegati e intimistici di Doisenau e il suo personale modo di vedere Parigi.

Autoritratto con Rolleiflex, 1947 (fonte: milanophotofestival.it)
“Vi spiego come mi prende la voglia di fare una fotografia. Spesso è la continuazione di un sogno. Mi sveglio un mattino con una straordinaria voglia di vedere, di vivere. Allora devo andare. Ma non troppo lontano, perché se si lascia passare del tempo l’entusiasmo, il bisogno, la voglia di fare svaniscono. Non credo che si possa vedere intensamente più di due ore al giorno.”
Ed è proprio questa “straordinaria voglia di vedere” e questo voler sfruttare il momento così intensamente, che si legge attraverso le fotografie in mostra, le quali, ritraggono momenti di quotidiana bellezza e spontaneità; da un uomo che dimentica il suo strumento fuori dal treno, a una coppia che balla la notte del 14 luglio, ai ritratti dei concierges parigini. In mostra figurano anche aspetti meno conosciuti dell’arte di Doisneau, come i ritratti di artisti e personalità della cultura, tra cui figurano Picasso e Giacometti e la testimonianza della breve collaborazione del fotografo con Vogue e la moda, mondo a cui Robert ha dichiarato di non essere stato mai minimamente interessato.

Les pains de Picasso, Paris 1952 (fonte:flickr)
Nell’insieme la mostra risulta coinvolgente, facilmente comprensibile per ogni target di visitatori e, soprattutto multisensoriale e accessibile. Di fatti, dal punto di vista dell’accessibilità, la mostra si presenta come estremamente fruibile, si sviluppa su un unico piano, agibile tramite una rampa e si avvale di una vincente collaborazione con il Museo “Omero”, il quale ha realizzato la versione tattile delle opere principali.

Waltzing Kiss, Paris 1950 (fonte:vogue.it)
Punti a favore:
- Accessibilità
- Chiarezza del messaggio
- Video-documentario in loco
Punti da migliorare:
- Illuminazione
- Opere troppo vicine tra loro
Perché la consigliamo:
- Un viaggio nella Parigi nei suoi anni d’oro
- Adatto alle famiglie
Letizia pensa: “Vivo a Roma da 7 anni e frequento molto spesso musei e mostre, ma posso affermare che la mostra di Robert Doisenau sia una di quelle più belle viste in questo periodo di soggiorno nella città eterna. Da persona con la sindrome del protagonista di Midnight in Paris, posso dire di aver fatto un salto nel tempo, tra i caffè parigini, le porte delle case, le storie d’amore, le serate mondane e gli studi di artisti. Conoscevo Doisneau solo superficialmente, avevo voglia di approfondire, ma non mi sarei mai aspettata di arrivare così tanto nel profondo dell’anima di questo fotografo, sentirmi così partecipe a scene che non ho mai vissuto, ma che ho percepito, con grande stupore, come così vicine ad una quotidianità così pura e, se vogliamo, imperfetta. Ho fatto un giro per la mostra facendomi solo guidare dalla musica, anche, talvolta, chiudendo gli occhi e sentendo l’opera tattile, percependola, ugualmente così profonda e viva. Doisneau parla con tutti, con chi prende la metropolitana, con chi si concede un ballo per la strada, con chi canta sotto la pioggia, con chi guarda le vetrine, con i bambini, con gli anziani e con i sognatori.”
Letizia Maria Leo