#OggettidelSacro: “IL PAVONE”

 

Animale dal bellissimo piumaggio, durante l’età antica fu considerato sacro e simbolico.

In Grecia e a Roma il pavone era un animale sacro alla dea Era/Giunone.

Il mito più famoso che lo riguarda racconta di Io, figlia del re di Argo e della sacerdotessa di Era. Secondo la versione di Apollodoro, Io fu amata da Zeus e trasformata in giovenca dalla vendicativa e gelosa Era. Nel racconto di Ovidio invece, la fanciulla fu trasformata da Zeus nel tentativo di nascondere il proprio tradimento, ma Era sospettosa la pretese come dono.

Indipendentemente da chi la trasformò, il destino della giovane Io trasformata in vacca fu quello di finire sotto la sorveglianza di Argo, il custode dai 100 occhi sparsi per tutto il corpo. Per liberare Io, Zeus ordinò a Ermes di uccidere Argo, i cui tanti occhi vennero trasferiti da Era sul suo animale preferito, che così ebbe la sua splendida e famosa coda. Un altro racconto mitologico vedeva un’altra fanciulla amata da Zeus, Erinona, trasformata in pavone da Artemide, che in un secondo tempo le permise di tornare alle sue sembianze umane.

#OggettidelSacro: “IL PAVONE”

La lunga coda dell’animale lo rendeva anche un simbolo del sole per gli antichi.

Sia i Greci che i Romani credevano che la carne del pavone fosse incapace di putrefarsi, quindi l’animale era considerato sacro e finì col diventare un’allegoria dell’immortalità già nella cultura pagana, che nell’arte imperiale l’accostava all’aquila simboleggiando l’apoteosi dell’imperatrice.

Nella cultura cristiana divenne simbolo della resurrezione della carne e di rinascita cosmica, oltre che di salvezza e redenzione. Nell’arte paleocristiana l’animale venne spesso raffigurato nei luoghi di sepoltura, accanto alle immagini dei defunti o tra scene bibliche.

#OggettidelSacro: “IL PAVONE”

Il pavone arriva a essere un simbolo di umiltà se raffigurato con la coda abbassata. Quando sono ritratti al fianco di un kantharos invece, i pavoni rappresentano le anime dei defunti che mai si allontanano dalla fonte della vita eterna.

Antonietta Patti

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